«Siamo diventati tutti matti» diceva sconsolata Anna Magnani alla fine dell’ultimo episodio che ha interpretato per la TV, una frase che è facile ritrovare nei suoi discorsi appena si parla con lei del mondo di oggi e «della furia che ci divora. Ci spicciamo a morire e abbiamo perso il gusto di vivere».
La vedi in scena aggressiva, estroversa, e, se te la ritrovi accanto, ti racconta che preferisce non uscire, rifugiarsi in casa, e ricevere soltanto pochi amici, sempre gli stessi, «quelli che non l’hanno adoperata mai» per usare un suo modo di dire.
Allora ti senti anora più intimidita, piccola piccola e anche un po’ idiota, e più che mai dai ragione a quell’importante critico americano che ha scritto di lei: «E’ qualcosa che si incontra una volta sola in una generazione».
Ti siedi sull’orlo della sedia e non sai come cominciare il discorso perchè non osi neanche sfiorare quel velo magico che avverti intorno a lei, e mentre sei lì in ammirazione, a un certo punto ti accorgi che le stai raccontando i fatti tuoi come faresti con una amica di anni e che lei ti ascolta e ti consiglia anche.
E allora ti spieghi perchè ogni suo personaggio ti aggancia e ti affascina: è l’umanità che ci mette e che è tutta sua, a conquistarti.
Si parla dell’Automobile, l’ultimo episodio andato in onda in TV. «E’ quello che preferisco», confessa, perchè la contessa è ottimista, perchè la sua è una storia senza storia, perchè si è divertita a recitarlo, perchè è una parte comica e le parti comiche sono quelle che le piacciono di più.
E non è poi vero che il suo umorismo nasca dalla malinconia.
«E chi non è un po’ melanconico, un po’ burlone e un po’ birbante, un po’ tutto insomma?».
Non è neanche vero che lei è infelice «la vita mi ha dato molto e ho avuto grandi successi come attrice e come donna. Perchè volete sempre vedermi amara e triste; ma no, so anche ridere e di cuore. E’ il mio temperamento che rovina tutto. Mi basta sentire una piccola stonatura e si gusta l’atmosfera. L’ipocrisia, per esempio, la falsità e la gente che recita anche nella vita, la detesto».
Infatti se c’è una cosa che può farle amare un uomo e renderle amica una donna è la lealtà. Non c’è momento della sua vita che non abbia vissuto con passione, gioie e dolori. Guai toglierle l’amore.
«E’ importantissimo per me, l’incentivo a far bene. Il mio più grande difetto? L’intransigenza, anche se gli imbecilli dicono che è tutta questione di cattivo carattere. No, è che io quando faccio una cosa voglio farla nel migliore dei modi, e allora pretendo che anche gli altri ce la mettano tutta. C’è chi dice che la mia qualità è la generosità. Non sono poi tanto d’accordo neanche con loro, perchè io sono generosa in funzione di chi mi sta davanti, se è leale e sincero con me; ma mi succede così raramente di incontrarle, queste persone sincere e leali, che raramente ho questa qualità. Che poi, dicevo, non è una qualità perchè, per essere tale, dovrebbe essere disinteressata, e una qualità così ce l’hanno solo i santi».
Intanto accomoda un cuscino, sposta una cerniera: «L’ordine è la mia mania, io penso che sia diventato addirittura una nevrosi. Soffro quando tutto non è a posto. Forse dipende dal fatto che la mia mente è come una macchina sempre sotto pressione, duecentomila pensieri che si accavallano, e allora ho bisogno che almeno materialmente attorno a me ci sia ordine; potrei anche impazzire altrimenti».
M. Quirico