Catania, gennaio 1967
Anna Magnani veste ancora i panni di Medea quando ci invita ad entrare nel suo camerino.
L’attrice è stanca, ha la febbre; ha recitato imbottita di compresse, si guarda allo specchio: «Mio Dio che faccia!» esclama.
A chi ha assistito al suo esordio sulle scene catanesi la celebre attrice chiede comprensione, presenta quasi le sue scuse per una recitazione che lei sa bene non ha toccato i vertici di altre volte. Se ne rammarica sinceramente.
«Lasciatemi andare a riposare, adesso. Domani cerco una rivincita su me stessa. Voglio mostrarvi un’altra Magnani e un altro spettacolo».
Sfortunato debutto, dunque, quello catanese per l’Anna nazionale? Niente affatto.
Il successo l’attrice romana l’ha conquistato lo stesso e non solo sul piano artistico ma anche su quello della simpatia e della cordialità.
La lieve indisposizione che l’ha colpita nella serata inaugurale, nulla ha tolto alla sua fama, alla sua indiscussa bravura. E di quella delusione manifestata senza riserve e ipocrisia per una recitazione con qualche ombra, Anna Magnani ha fatto virtù.
Vogliamo dire che l’attrice si è mostrata così come milioni di persone hanno imparato ad amarla ed apprezzarla: una donna spontanea, istintiva, piena di senso pratico.
Con o senza riflettori, con o senza macchine da presa, Anna Magnani è sempre la stessa, con quella esuberanza che a volte sembra aggressività, con quelle espressioni che forse solo Gioacchino Belli, il cantore di Roma trasteverina, riusciva meglio a colorire, ad umanizzare.
Questa la donna-diva che continua a rimanere sicura sulla cresta dell’onda, figura tra le più rappresentative del cinema e del teatro italiano, che resiste al succedersi delle più svariate tendenze imponendosi con eccezionale intuito ai mutevoli gusti delle platee.
Dal teatri di rivista al cinema e alla conquista di un Oscar; dal cinema al teatro drammatico.
E dopo la Lupa e Medea, manifesta, adesso, propositi di tornare al genere comico. Non escludendo che si possa fare l’uno e l’altro.
Un continuo ribollire di idee, una ricerca senza soste di novità, di esperienze. La corsa sfrenata di questa meravigliosa puledra continua.
Ed ecco le dieci domande che abbiamo rivolto ad Anna Magnani.
1 – Si ritiene una donna complessa?
Il discorso che si dovrebbe fare porterebbe via parecchio tempo. Sintetizzo. Veda, oggi buona parte del mondo appartiene ai furbi, agli ipocriti, ai subdoli. Ecco, forse per questa gente, Anna Magnani è una donna più che complessa, direi complicata, difficile a capirsi quasi. Quando io invece mi considero essenzialmente una semplice, immune da sofisticazioni di sorta.
2 – Le ha dato qualche volta fastidio la sua fama?
Ecco, proprio stasera. Ci tenevo tanto a a rendere al massimo in questa mia prima esibizione a Catania. Purtroppo uno stato febbrile me lo ha impedito. Sono andata in scena imbottita di compresse per l’influenza. Era fatale che la recitazione ne risentisse. Guardi che faccia. Neanche il cerone riesce a star più su. In questi casi la fama certo che dà fastidio. Devi sostenere una specie di battaglia; tra quella che tutti si attendono che tu sia e quella che in effetti in quel momento sei: una donna con la febbre.
3 – Qual’è stata la decisione più importante da lei presa nella sua vita di artista?
Quella di ritornare al teatro. Ho impiegato anni a decidere, mi son posta per mesi e mesi una infinità di problemi, mi sono prospettata mille difficoltà, mille incertezze. Alla fine ho deciso. Una decisione che è maturata via via perchè ho sentito sempre più intenso il bisogno di tornare alle origini, di godere di quella libertà che solo il teatro può offrirti rispetto al cinema. Non è estraneo a questa decisione anche il fatto che tutti i film che mi hanno offerto di interpretare erano di un livello veramente avvilente. Dite pure che sono una viziata, che ho delle pretese; ma francamente non mi rassegnerei mai all’idea di dover accettare una parte in cui debba vestire i panni della nonna di 007. Ma che stiamo scherzando?
4 – A quale personaggio da lei interpretato nel cinema e nel teatro si sente particolarmente legata?
Beh, ce ne sono tanti. Per quanto riguarda il cinema sono profondamente legata a tutti i personaggi dei miei film: Teresa Venerdì, Roma città aperta, Il miracolo, Bellissima, Nella città l’inferno, la Rosa tatuata che mi ha dato l’Oscar. A tutti, come vede, meno che a Vulcano. In campo teatrale come vuole che non sia innamorata della Lupa e della Medea? Due lavori diversi ma entrambi tanto belli, tanto carichi di motivi umani, passionali, così aderenti al mio temperamento, al mio carattere.
5 – Cosa avviene in lei quando lascia il palcoscenico della vita per salire su quello teatrale?
Direi nulla. Non cado in trance. C’è stato forse qualche attore che le abbia detto, prima di me, di entrare in trance? Esiste davvero? Dal canto mio cerco di penetrare nel personaggio nella maniera più aderente possibile. E basta.
6 – Qual è il suo parere in merito al delitto d’onore?
Una donna sedotta sopprime il suo seduttore. Mi sembra che il fatto sia questo. E’ ingiusto, terribilmente ingiusto. Invece di mostrare tanta forza e tanto carattere al momento di uccidere, sarebbe molto meglio se questa forza e questo carattere una donna lo mostrasse all’inizio della sua relazione con quello che, poverino, è una vittima predestinata.
7 – Qual è il regista in campo cinematografico e teatrale che ammira e apprezza di più?
In campo cinematografico abbiamo un genio che si chiama Federico Fellini. E’ un impareggiabile creatore di fatti, di immagini, di sensazioni. Nel teatro penso che tutto dipende dal lavoro che il regista ha in mano.
8 – Cosa più la preoccupa del futuro?
Mi creda, sono spaventata del ritmo di questo mondo che va sempre più veloce, che accelera sempre di più. L’uomo non può farcela a tenere questo passo. Ci sono già degli squilibri preoccupanti. Non so proprio dove andremo a finire. Forse tutti al manicomio…
9 – Se non fosse Anna Magnani quale altra donna, artista o non, vorrebbe essere e perchè?
Non lo so proprio. Però devo onestamente dire che ho avuto così tante soddisfazioni, da ritenermi felice di essere Anna Magnani. Si, vorrei essere proprio me stessa.
10 – Quali sono i suoi programmi immediati? La vedremo in televisione?
Devo un po’ riordinare le idee. Ci sarà sicuramente un lungo giro di prosa con la Lupa che intendo portare anche sulle scene di Palermo e Catania così come è stato per la Medea. La mia grande aspirazione è quella di tornare al genere comico, sempre in teatro. Sarebbe davvero un gran ritorno alle origini, ai tempi, cioè, in cui facevo la rivista con Cervi, i Tieri, i fratelli Ninchi, la Villi. Erano tempi difficili, quelli. Si recitava tutti insieme forse più per vivere che per fare del teatro. Ma ho un ricordo meraviglioso. La televisione? No. Lo confesso, mi fa paura. Pochi attori si salvano. La TV opera una specie di vivisezione del personaggio, della persona fisica. No, la televisione proprio non mi entusiasma.
O. Francica Nava