A colloquio con Duilio Cruciani, il piccolo attore di “Correva l’anno di grazia 1870”
«E’ così bello, ‘sto fijo mio, che Anna Magnani lo voleva tutto per sé; s’era proprio innamorata di Duilio; gli faceva i regali, lo coccolava, se lo sbaciucchiava tutto, lo riempiva de carezze. Non c’ha mai avuto il coraggio di chiedermelo, ma so che andava dicendo in giro che l’avrebbe adottato volentieri. Io, però, non glielo avrei dato ‘sto monellaccio. E come si fa a dar via i figli! […]
Giuliana Cruciani, una signora di 39 anni, esile e gentile, dice queste parole mentre passa amorevolmente le mani sui capelli disordinati di Duilio, il piccolo attore che tutti i telespettatori hanno ammirato in 1870, l’ultimo film interpretato per la TV da Anna Magnani e trasmesso proprio il giorno in cui la grande attrice è morta.
Siamo in casa Cruciani, a Ostia: un modesto appartamento in disordine per l’imminente trasloco. C’è Silvio Cruciani, il capo famiglia; c’è il figlio più grande, Paolo, di 20 anni, che fa il mestiere del padre; c’è Anna Maria, l’ultima nata, una bambinetta di 4 anni vivacissima e loquace; e c’è, naturalmente, accanto a sua madre, Duilio. L’altra figlia, Lucia, è a Roma, al lavoro; torna a casa la sera, tardi.
«E’ vero, Duilio», domandiamo «che Anna Magnani ti voleva tanto bene e avrebbe voluto tenerti con sé?». Duilio elude la domanda, che lo turba.
E’ un bambino bellissimo, ben proporzionato, forse un po’ piccolo per la sua età (ha quasi 14 anni); ha un volto dai lineamenti perfetti, il naso all’insù, gli occhi grandi, furbi, luminosi; i capelli, lunghi e lisci, gli cadono sulla fronte e gli danno un’aria sbarazzina, da monello simpatico.
Si decide a rispondere: «Magari, se si trattava di un mese o due, ci sarei pure stato a casa sua. Ma di più no…». Fa una pausa, abbassa lo sguardo e aggiunge: «Se lo sapevo che moriva, la facevo contenta. Tanto, mi costava poco».
«Duilio», interviene la madre «ha sofferto molto per la morte di Anna Magnani. Due giorni prima era andato in clinica per farle visita e portarle delle rose, ma la signora stava molto male, con in cannelli al naso e gli aghi nelle vene, e incaricò la sua segretaria di dire a Duilio che lo ringraziava per la visita e per i fiori, ma preferiva vederlo qualche giorno dopo, a casa sua.
Povera donna, forse sperava di guarire e non aveva piacere di mostrarsi così, martoriata com’era, al mio Duilio. Il mio bambino ha saputo della morte di Anna Magnani dal telegiornale, poco prima che cominciasse il film».
«E come ha reagito?». «E’ scappato di là, in camera sua, piangendo. Io e mio marito siamo andati a consolarlo e c’è voluto parecchio per convincerlo a guardare il film.
Ogni tanto si prendeva la testa fra le mani e singhiozzava. Povero fijetto, si era affezionato anche lui alla signora Magnani. In casa si parlava sempre di lei; sapevamo che aveva avuto una vita disgraziata, piena di delusioni e di affanni, e quel figlio, Luca, rovinato dalla polio».
Il film 1870, nel quale il piccolo Duilio Cruciani fa la parte del seminarista, figlio, nella finzione, di Anna Magnani e di Marcello Mastroianni, è stato girato due anni fa ed è stato trasmesso dalla televisione dopo essere passato in sordina nel circuito cinematografico.
Domandiamo al piccolo attore come fu il suo primo incontro con Anna Magnani. A quell’epoca Duilio aveva già girato un film (Faccia da schiaffi, con Gianni Morandi e Laura Belli) e lavorato per i caroselli televisivi, dando vita a l personaggio di “Paolino Perdifiato”, un ragazzino che corre e corre e poi mangia tanti biscotti per riprendere le forze.
«Ero andato alla Fono Roma», racconta Duilio «con mio padre, perchè ci aveva chiamati per un provino il regista Alfredo Giannetti. Questo regista mi guarda, mi scruta, mi fa delle domande e poi dice che per lui vado bene, ma bisogna vedere se vado a genio alla Magnani. Io dico: “Che m’importa, se le vado a genio d’accordo, se no chi se ne…”.
Giannetti mi prende per un braccio e mi accompagna in una stanza dove c’è la Magnani. Mi dà una spinta e mi fa andare proprio davanti a lei, che quasi le sbatto addosso.
La Magnani mi dà un’occhiata e dice: “E questo chi è?” Giannetti risponde: “E’ tuo figlio”. Allora la Magnani mi guarda meglio, sorride, mi fa una carezza e poi dice con quella sua voce grossa: “Un figlio così carino mi sta bene; come ti chiami?”. Il regista fa un sospiro, sorride anche lui e tutti sono contenti».
«MORTO DE SONNO»
Duilio, è stato difficile per te lavorare con un’attrice tanto importante e così brava come era Anna Magnani?».
«Manco per niente. Ci siamo capiti subito. Lei mi ripeteva che le andavo a genio perchè ero della stessa pasta sua, ero alla buona e non mi davo le arie da ragazzino… come si dice?… insomma… ah, ecco, da ragazzino prodigio.
La lavorazione del film cominciò una settimana dopo il nostro primo incontro, agli stabilimenti De Paolis. Girammo subito la scena di Sant’Agnese, l’hai vista, no?, quando io torno a casa dal seminario e vedo passare davanti alla finestra di casa mia quella ragazza in camicia da notte e la prendo per Sant’Agnese e dico a mi’ madre, che poi è la Magnani, che ho avuto la visione e invece quella ragazza era ‘na mignotta che faceva i comodi sui…».
La colorita definizione romanesca che esce dalla bocca di Duilio, determina la reazione di sua madre, che gli affibbia uno scappellotto. Duilio incassa e continua: «Quel giorno stesso girammo la scena in cui torno a casa e trovo mia madre che parla con Don Aldo. Io m’ero beccato ‘na nizzata dritta nella fronte…».
«Una nizzata? Cosa è, Duilio?». «Ma come, non conosci la nizza? E’ un gioco che si fa con un pezzo di legno curvo che si batte con un bastone e si manda lontano. Che poi gli americani ci hanno inventato sopra il basballe…boh, se dice così?».
Adesso Duilio ha la parlantina sciolta. Superato l’imbarazzo e il turbamento iniziali, viene fuori tutta la sua vivacità, la sua esuberanza, il suo entusiasmo. E’ un piacere starlo ad ascoltare.
«Insomma», continua «andammo avanti così per sei settimane. La Magnani, nelle pause, andava nella sua roulotte e qualche volta mi invitava a tenerle compagnia. Mastroianni invece non mi piaceva. Non ci avevo confidenza con lui. Me sembrava un morto de sonno». Anche questa volta la madre di Duilio è pronta a sottolineare con una occhiata severa lo strafalcione verbale del figlio. […]
«Che regali ti ha fatto la Magnani, Duilio?». «Durante la lavorazione del film compivo 12 anni e allora organizzammo un bel rinfresco sul set. Da mangiare e da bere per tutti. La signora Magnani e gli altri vennero a festeggiarmi e lei mi portò un bel pallone e un paio di scarpe per giocare al calcio. Mi fece una carezza e mi disse: “Sei contento fijo mio?”, mi disse proprio così e mi ricordo che le sue parole mi fecero commuovere, anche perchè mi guardava con gli occhi dolci dolci». […]
P. Poggio
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