Roma, 8 Settembre 1973
Anna Magnani è stata operata stamane dal professor Paride Stefanini. L’intervento, iniziato alle 12,30, è durato un’ora. Poco più tardi la clinica Mater Dei, dove l’attrice, sessantacinquenne era stata ricoverata ieri, ha emesso un comunicato firmato dai professori Stefanini, Pier Luigi Guidetti e Corrado Bianchini.
Ecco il testo: «La signora Magnani, che era portatrice da tempo di diverticolite del colon, riacutizzatasi nelle ultime settimane, ha presentato nei giorni scorsi una complicazione flogistica a carico della colecisti. Oggi è stata sottoposta ad un intervento chirurgico sulle vie biliari».
Il comunicato che, nel suo linguaggio clinico non è facile al profano interpretare, termina con una nota più comprensibile e abbastanza rassicurante: «La signora Magnani ha tollerato bene l’intervento e le condizioni generali dell’operata sono soddisfacenti».
Altre notizie dalla clinica non sono praticamente uscite oggi. Si sa soltanto che l’attrice appena sveglia dalla narcosi, ha chiesto alla fedele segretaria dettagliate informazioni sull’umore delle bestiole che l’attendono a casa, dando evidenti segni di malinconia per la sua assenza.
Da tempo, Anna Magnani viveva ritirata ed anche le cronache più attente alle vicende dei personaggi famosi sembravano averla dimenticata un po’. I rotocalchi erano troppo presi a illustrare le spensierate vacanze dei personaggi del giorno, scorrazzanti sulle lussuose «barche» per i mari non più azzurri di questa estate festaiola.
La Magnani, chiusa nella sua casa di Palazzo Altieri, nella vecchia Roma, soffriva. Nessuno, tranne pochi amici, lo sapeva. Non si era trasferita nella sua villa al Circeo dove da tempo trascorreva le sue estati solitarie tra gli alberi e le sue bestiole. Il male, negli ultimi mesi, la faceva penare molto.
Ma un altro male, più oscuro, assillava da tempo questa donna, sensibile e schietta.
Ricordiamo un incontro di qualche anno fa, nella sua casa romana, alta sopra i tetti della città, calda di bei mobili antichi e idoli orientali, preziosi «pupi» e tanti libri.
Sorrideva, allora, con arte al fotografo che la riprendeva tra le cose amate della sua confortevole «tana», percorsa da vispe tartarughe, rallegrata dalle voci quasi umane dei merli indiani e decorata da statuari gatti felici. Appena spenti i flashesh, il volto mutevole tornava ad una sua verità profonda, che la illuminava di malinconia.
«Sì – confessò – non sono serena. Il mondo così com’è diventato non mi piace, mi sembra stia andando verso una specie di caos: troppe cose succedono che mi fanno soffrire. Lo vorrei meno calcolatore, meno egoista, vorrei vedere in giro meno opportunisti. L’umanità mi fa molta pena, me compresa».
Ma subito si riprese, l’altra nota dominante del suo carattere risuonò allegra: «La vita è bella lo stesso. Svegliarsi al mattino, vedere il sole e gli alberi e scoprire che si respira… I tempi felici sono tanto brevi per tutti, sono attimi, mezze ore», ci aveva detto allora. «A sommarli in tutta la vita non fanno forse nemmeno una settimana. I tempi del dolore sono più lunghi per tutti. Ma la vita ci dà sempre qualche compenso. Quale? Trovare, o ritrovare, un amico, per esempio. Un amico vero, intendo. Sì, è possibile, l’amicizia esiste. Io ne ho avuti alcuni».
Ieri, in clinica, è andato a trovarla Roberto Rossellini, che fu il suo grande amore. Si erano lasciati di brutto, con dolore immenso per l’attrice. Rossellini aveva incontrato la Bergman e all’improvviso se n’era andato, lasciandole un vuoto difficile da colmare. Con gli anni, un altro sentimento era nato tra loro, l’amicizia.
L. Bergagna
(Foto Moisio)