NOTIZIE DALL’ITALIA
E’ una grande vittoria di Roma” dice Anna Magnani premio Oscar – Notato il dispettoso silenzio delle più note attrici italiane dinanzi al trionfo della rivale – La notte insonne della vincitrice a Palazzo Altieri

Quello di ieri è stato il più bello ed anche il più faticoso giorno della vita di Anna Magnani – almeno stando a quanto la prima diva italiana trionfatrice dell’Oscar hollywoodiano ha dichiarato ieri sera a un ricevimento offerto alla stampa nel salone dell’«Excelsior».

In effetti, sotto l’assedio quasi ininterrotto di 47 fotoreporters e di circa 30 giornalisti, Anna Magnani appariva ieri sera visibilmente affaticata, anche se la sua gioia evidentissima copriva con un manto di affabilità i suoi lineamenti marcati ed esausti.

Le votazioni della Accademia delle Scienze e delle Arti di Hollywood, svoltesi in ora italiana dalle 4,30 alle 6,15 di ieri mattina, le avevano dato la vittoria del premio Oscar per la migliore recitazione dell’annata (per il ruolo della vedova siciliana interpretato in Rosa Tatuata della Paramount), mentre l’equivalente premio per la miglior recitazione maschile era stato attribuito a Ernest Borgnine, di origine italiana, quale interprete del timido macellaio nel film Marty.

Veramente, fino all’ultimo momento era incerto se la palma spettasse a Anna Magnani e a Ernest Borgnine: si facevano i nomi dei competitori rivali, quali Susan Hayward, James Dean, James Cagney, Katharine Hepburn

E la vigilia era trascorsa, per Anna Magnani, in un clima di ansietà che essa invano si sforzava di dissimulare. Aveva passato gran parte della notte, sino alle 4 circa, intrattenendosi insieme con amici nel suo appartamento all’ultimo piano di Palazzo Altieri, non nascondendo la fragilità delle sue speranze: «Non basta l’encomio della critica e dell’opinione pubblica – aveva detto – talvolta nell’assegnazione dei premi Oscar sono in gioco interessi segreti che prescindono dal merito di questo o quell’attore. Anche se non mi danno l’Oscar, ormai sono tranquilla: mi basta il sapere che tanta gente ha trovato efficace, ha trovato viva la mia interpretazione».

S’era coricata – come ha avuto a raccontare ieri sera ai giornalisti durante il ricevimento all’«Excelsior» – poco dopo le quattro. La trionfale notizia, telefonatale da un’agenzia di stampa americana, l’ha svegliata alle 5,30: è stato l’inizio di una delle più emozionanti giornate che la popolare attrice romana abbia mai vissuto.

Anna Magnani ha vinto l'Oscar
© Bettmann/CORBIS/Bettmann Archive

Fin dalle prime ore della mattina, l’assedio ha avuto inizio, per non aver tregua se non ieri sera a ora tardissima, al termine di un lungo «cocktail» intimo a Palazzo Altieri.

Ai primi giornalisti che hanno bussato alla sua porta, e ai quali si è presentata ancora assonnata e in vestaglia, essa ha dichiarato di esser «completamente felice» dell’avvenimento: aveva già ricevuto il primo telegramma di rallegramenti da parte di Tennessee Williams, l’autore della commedia Rosa Tatuata da cui il regista Daniel Mann ha tratto il film per la Paramount.

Quel messaggio diceva: «La verità è che ieri sera è stato il tuo trionfo». Altro telegramma è giunto più tardi da parte della casa produttrice del film. «Vorrei che Marlon Brando venisse a Roma – ha detto allora, scherzando, la vincitrice – a consegnarmi personalmente la statuetta d’oro dell’Oscar».

E’ difficile che tale platonico voto sia esaudito, perché in questo momento Marlon Brando si trova all’altro capo del mondo, nelle Filippine, ove lavora ad un nuovo film.

Il ricevimento alla stampa di ieri sera all’«Excelsior» è stato il coronamento della giornata – anche se, come è chiaramente risultato nel corso del ricevimento – vi è stata notata la curiosa, significativa, maligna, totale assenza delle attrici e degli attori italiani più noti, delle«maggiorate fisiche» come la Lollobrigida e la Loren ai popolari campioni delle farse italiane: Totò, Sordi, Rascel, ecc, ecc.

La cosa non è sfuggita ad alcuno: Anna Magnani ha ricevuto telegrammi affettuosi e mazzi di fiori da Bette Davis, dal produttore Rizzoli, dal produttore Pallavicini, ha ricevuto l’omaggio del regista Camerini, del regista Castellani, dell’attrice Dawn Addams principessa Massimo, che l’ha lungamente abbracciata… e da nessun altro.

Assoluto, dispettoso silenzio da parte delle celebri «consorelle» e dei celebri «confratelli» della cinematografia italiana, evidentemente non felici del trionfo della «grande rivale».

Per la maggior comprensione di tale stato d’animo, non bisogna dimenticare che da almeno quattro anni, Anna Magnani è praticamente «boicottata» dalla cinematografia italiana e dai produttori italiani. Il suo premio Oscar suona dunque anche come implicita rivincita contro questa sotterranea campagna.

Del resto, ormai la Magnani si è legata con l’industria americana (a parte parentesi italiane): essa partirà nuovamente in autunno per gli Stati Uniti, per partecipare a un nuovo film.

Anna Magnani ha vinto l'Oscar
© KEYSTONE-FRANCE/Gamma-Rapho

Ai giornalisti, nel grande salone dell’albergo di via Veneto che fra l’altro s’era fregiato di due statuette di cartone dorato raffiguranti l’Oscar (di gusto discutibilissimo), Anna Magnani ha dichiarato ieri sera, fra il lampo quasi ininterrotto dei flashes: «Questo è il più gran giorno della mia carriera artistica, il più bel regalo che potessi aspettarmi, e che del resto non m’aspettavo. Sono soprattutto felice perché con me la cinematografica americana ha premiato l’Italia; perché anche Ernest Borgnine, Oscar per la migliore interpretazione maschile, è di origine italiana».

Pregata di esprimere, magari in termini meno ufficiali, qualche pensiero per la città di Roma, essa ha replicato: «Ma è sopratutto a Roma, alla mia città, che intendo riferirmi quando parlo dell’Italia».

«Devo aggiungere una cosa – ha continuato – devo esprimere la mia gratitudine verso il senso di democrazia del grande popolo americano, che non ha esitato ad attribuire il massimo premio artistico dell’anno ad un’attrice straniera». Non si ignorano, infatti, le campagne oggi in corso negli Stati Uniti per rivendicare «maggiori possibilità degli attori nazionali nei confronti dei forestieri».

Un’altra piccola soddisfazione si potrà adesso togliere Anna Magnani: essa sta lavorando con Camerini, per conto di Pallavicini produttore, ad un film cui è stato dato il titolo Quando gli angeli non volano.

«Questo titolo – ha detto la Magnani – non mi è mai piaciuto, e finora avevo sempre insistito, ma invano, perché fosse mutato in quest’altro: Suora Letizia e il Paradiso». Sembra che l’assegnazione dell’Oscar influirà ora decisivamente per l’adozione del tanto combattuto titolo della Magnani.

Al ricevimento di ieri sera era anche presente un’altra «personalità»: Shakuntala Devi, l’indianina che fece furore a Roma anni fa per la sua straordinaria facoltà di effettuare a memoria, rapidissimamente, calcoli astronomici. Ma ora la Devi, evidentemente insoddisfatta della sua carriera di calcolatrice, ha preferito quella di cronista cinematografica in un giornale americano; e in tale qualità era presente ieri all’«Excelsior».

NOTIZIE DA HOLLYWOOD

HOLLYWOOD, 22- Anna Magnani ha vinto il Premio Oscar per la migliore attrice del 1955, per la sua interpretazione di «The rose tattoo» (La rosa tatuata). Il premio per il miglior attore è andato ad Ernest Borgnine, interprete del film «Marty».

Al film giapponese «Samurai» è stato assegnato il Premio Oscar per la migliore produzione straniera.

Jack Lemmon, il pigro guardiamarina di «Mister Roberts» e Jo Van Fleet, la madre dei ragazzi della «Valle dell’Eden» hanno vinto l’Oscar per i migliori attori di spalla.

Il 46enne Borgnine, non appena udito il suo nome come quello del vincitore è saltato in piedi, ha baciato la moglie quindi è corso sul palcoscenico.

Anna Magnani, invece non era presente ed a nome suo è salita sul palcoscenico per ricevere la statuetta, l’attrice italiana Marisa Pavan, sorella di Anna Maria Pierangeli e fidanzata dell’attore francese Jean Pierre Aumont.

Il premio per il miglior film, poi, è andato a «Marty», definito il «film-cenerentola» dell’anno, essendo costato soltanto 21 milioni di lire e la cui lavorazione è durata solo 17 giorni. Il film narra la semplice storia dell’amore di due persone comuni.

Marisa Pavan Oscar Magnani
Marisa Pavan e Ernest Borgnine © Bettmann/CORBIS/Bettmann Archive

«Marty» è stato anche il film che ha fatto vincere l’Oscar a Delbert Mann, di cui Marty è stato il primo film.

Insomma è stato un vero trionfo della «cenerentola», infatti anche il soggettista del film, lo scrittore Paddy Chayefsky, uno dei più noti scrittori di dramma per la televisione, ha vinto l’Oscar per il miglior soggettista.

Il premio per la miglior canzone cantata in un film è andato a «Love is a many splendored thing» (L’amore è una cosa meravigliosa), dal film omonimo.

Susan Hayward, l’attrice americana che ha conteso sino all’ultimo ad Anna Magnani il primo premio, è giunta accompagnata dai figli gemelli, Timothy e Gregory e dal suo avvocato Eaton Chalkley.

Marisa Pavan era accompagnata dal fidanzato Jean Pierre Aumont.

La cerimonia della premiazione si è svolta all’interno del teatro «Pantages».

23 marzo 1956