L’estremo saluto per Anna Magnani è stato un applauso: un applauso lungo, commosso, fragoroso, che migliaia di romani hanno tributato alla salma dell’attrice quando, alle 11.50, portata a spalla da amici, la bara in legno lucido è apparsa sulla soglia della basilica di Santa Maria sopra Minerva, al termine della cerimonia funebre.
Per tutti i minuti che sono occorsi – in mezzo alla folla che non poteva fare spazio – per portare la bara dal sagrato al furgone mortuario in attesa in piazza della Minerva, e poi ancora per tutti i minuti che il furgone ha impiegato a percorrere quelle poche centinaia di metri che dividono piazza della Minerva da piazza del Pantheon, la gente ha continuato ad applaudire, a urlare «Nannarella», a buttare fiori.
Quelli che erano riusciti a mettersi in prima fila, nelle due ali fra le quali il furgone avanzava a fatica, baciavano i cristalli dei finestrini, piangendo.
Stamane, prima durante e dopo la cerimonia funebre, i romani hanno ancora una volta mostrato quali legami di amore e di affetto avessero con Anna Magnani, quale perdita irreparabile è per Roma, più che per il cinema, la scomparsa dell’attrice.
Anche se la cerimonia funebre esta stata fissata per le 11, già alle 8 di stamane al chiesa – l’unica chiesa gotica di Roma, al cui interno si trovano la tomba di Santa Caterina da Siena e quella di Beato Angelico, e che a fianco dell’altare maggiore è adornata di un Cristo di Michelangelo – era affollata.
Molta gente, anzi, era giunta alla basilica sin dalle 6, subito dopo l’apertura, sperando di poter rendere omaggio prima di recarsi a lavoro, alla salma di Anna Magnani: la bara è giunta invece poco dopo le 8, dalla clinica dove era stata tenuta per tutta la notte.
Nè catafalco nè candele; molto più semplicemente, la bara è stata deposta a terra, al centro, dinanzi all’altare, su un tappeto, attorno pochi mazzi di fiori, fra cui un mazzo di mughetti inviato da Liz Taylor.
Alle 10 per il pubblico era ormai difficile riuscire a entrare nella basilica: lo potevano fare soltanto i parenti e gli amici della Magnani, passando per la sacrestia.
A poco a poco le panche si sono riempite di gente, altra gente si è ammassata dietro: molti personaggi del cinema e del teatro (nominarli tutti è impossibile: da Eduardo De Filippo a Amedeo Nazzari, da Lilla Brignone a Virna Lisi, da Marisa Merlini a Franco Zeffirelli giunto appositamente da Londra, Alberto Sordi, Giuseppe Patroni Griffi, Audrey Hepburn, Andreina Pagnani, Giulietta Masina, Maurizio Arena col figlio in braccio, tanto per ricordarne qualcuno: e molti, molti altri attori e registi in chiesa non sono nemmeno potuti entrare, bloccati sulla piazza della Minerva dalla folla immensa).
Alle 10.45 è giunto, accompagnato dalla figlia di Suso Cecchi D’amico, Roberto Rossellini che è tornato vicino ad Anna Magnani in questi ultimi giorni.
Cinque minuti dopo è entrato in chiesa dalla sacrestia Luca Magnani, il figlio dell’attrice: avanzando lentamente, appoggiandosi alle grucce (la poliomielite che lo ha colpito quando aveva due anni e mezzo ha lasciato il suo segno terribile), distrutto e indurito dal dolore.
Alle 10.55 è giunto il presidente della Camera, onorevole Pertini. Presenti, delle autorità, il ministro del turismo e dello spettacolo, senatore Signorello, in rappresentanza del governo; molti deputati, senatori, diplomatici; il direttore generale dello spettacolo, Di Biase, il prosindaco di Roma, Di Segni; la Rai-Tv era rappresentata dal presidente Delle Fave, dal direttore generale Bernabei, dal direttore dei programmi Romanò, dal capo ufficio stampa Cresci.
Numerose le corone di fiori posate in una cripta a lato dell’altar maggiore: quelle del presidente della Camera, del comune di Roma, della Rai, dei socialisti romani, del «Rione Trastevere a Nannarella» come diceva la scritta sui nastri color viola, degli autori cinematografici, di Gino Cervi, di Giuseppe Patroni Griffi, della cittadinanza di San Felice Circeo il cui comune (dove Anna Magnani aveva la villa e trascorreva tutte le sue vacanze) ha inviato il labaro scortata da una rappresentanza dei vigili urbani.
Designato ad officiare la messa, su decisione del cardinale vicario di Roma, è stato padre Virgilio Rotondi, che è stato affiancato dal parroco don Ignazio Santocchia. E’ stato lo stesso padre Rotondi ad ammonire la folla che perdurando i mormorii e la confusione la messa non sarebbe cominciata.
L’appello è stato solo in parte raccolto, comunque con pochi minuti di ritaro la funzione funebre ha avuto inizio.
Alle 11.40, dopo la benedizione della salma, la bara è stata sollevata e portata verso l’uscita della basilica: la folla ha serrato ancor più i ranghi, diverse donne sono svenute, tutti volevano posare la mano sulla cassa di legno.
Eduardo De Filippo, quasi travolto dalla gente, è stato colto da malore; si è ripreso poco dopo, soccorso nella vicina sede dell’associazione delle guardie d’onore delle tombe del Pantheon, dove un medico gli ha somministrato un cardiotonico.
Fuori, sul sagrato della basilica, il commosso applauso della folla imponente, che ha gettato fiori prima sulla bara, poi sul furgone funebre. Poi, a passo d’uomo, minacciando di travolgere la gente che si accalcava attorno, il veicolo si è mosso, seguito da una sola macchina sulla quale avevano preso posto Luca Magnani, Roberto Rossellini, Valerie e Silvana, le due fedeli segretarie di Anna Magnani, Giulia la vecchia governante.
Il furgone funebre e la macchina hanno raggiungo il Verano, dove le spoglie di Anna Magnani sono state provvisoriamente tumulate nella tomba della famiglia Rossellini.
C. Galimberti